L’Importanza della Visita Biomeccanica nel Ciclismo

Ciclista in posizione aerodinamica su bici da corsa con linee e angoli che evidenziano l’analisi biomeccanica della postura.
16 giugno 2018

Negli ultimi tempi le parole biomeccanica, bike fit e posizionamento corrono spesso sulla bocca dei ciclisti, dei tecnici e dei professionisti sanitari. Quali sono i vantaggi e i motivi che dovrebbero spingere un ciclista (sia esso atleta agonista che semplice appassionato) a sottoporsi a una visita biomeccanica?

Ciclista con casco e divisa colorata che pedala velocemente su bici da corsa lungo una strada, con sfondo sfocato a indicare movimento.

Cos’è la biomeccanica nel ciclismo?

La biomeccanica è la scienza che studia come le leggi della fisica entrano in relazione con gli aspetti biologici dell’uomo. E’ la disciplina che, unita alla chinesiologia, studia i meccanismi del movimento umano., sviluppare le capacità biomotorie dell’atleta, di rendere sostenibile la posizione in sella e di comprendere quali schemi motori e posizioni riducano l’insorgenza di patologie.

Chi è il biomeccanico?

Attualmente in Italia non esiste un’associazione di categoria o un albo di biomeccanici. Tecnicamente il biomeccanico è colui che regola la bici per migliorare la posizione in sella. Attualmente questa professione viene svolta da meccanici, titolari di negozio, ex ciclisti professionisti e persone dell’ambiente sanitario. Il mio consiglio è quello di non soffermarsi soltanto al nome o alla fama del biomeccanico ma verificare se questi sia in possesso di un titolo di studio adeguato a ciò che deve fare e nello specifico una laurea in scienze motorie o in fisioterapia (è più raro trovare biomeccanici laureati in medicina dello sport o fisiatria).

Visita biomeccanica nel ciclismo

Per prima cosa cerchiamo di definire con cognizione cosa si intende per “visita biomeccanica“: si tratta di una procedura di valutazione della forma fisica e muscolare dell’atleta e di ottimizzazione della sua posizione in sella, realizzata grazie all’utilizzo di tecniche di analisi video, sensori di potenza o sensori di movimento inerziale.

La visita biomeccanica viene effettuata da un tecnico preparato che è in grado di comprendere gli effetti e le cause di ogni regolazione e da un fisioterapista, professionista capace di valutare la condizione muscolare del ciclista.

Obiettivo della visita biomeccanica è la comprensione dell’atleta, delle sue esigenze e caratteristiche e il miglioramento della posizione, attraverso la regolazione dei cinque punti di contatto: i due piedi sui pedali, il bacino sulla sella e le due mani sul manubrio.

Le fasi di svolgimento del test di posizionamento

Il giusto assetto in sella consente di reclutare ed allenare correttamente il maggior numero di fibre muscolari evitando nel contempo problematiche a tendini, muscoli ed apparato scheletrico. Infatti non sono solo le misure antropometriche che determinano la corretta posizione in sella!

  • Anamnesi della persona, rilevazioni antropometriche, analisi posturale con utilizzo di supporti video.
  • Valutazione posizione attuale e modifiche, partendo dal corretto posizionamento delle tacchette per scarpe BDC E MTB.
  • Il test pedalato ha una durata variabile sulla base delle esigenze dell’atleta. Adeguamento immediato dei componenti della bici.
  • Rilascio documentazione quote assetto per BDC, MTB 26 e 29. È possibile avere quote per crono, triathlon e ciclocross.
  • I risultati ottenuti con il test di posizionamento sono i seguenti:
  • Indicazioni dell’assetto corretto in sella per bdc, mtb, triathlon, altre discipline
  • Definizione della posizione delle tacchette
  • Definizione delle misure della posizione consigliata
  • Indicazioni specifiche su tipo e dimensioni dei componenti (sella, manubrio, attacco manubrio, pedali, pedivelle)
  • Quote del telaio consigliate per assetto max performance

Posizionamento tacchette e verifica orientamento

Le tacchette sulle scarpe da corsa, mtb, crono: la regolazione delle tacchette è fondamentale da un lato perché si tratta, in assoluto, della prima regolazione effettuare.

La corretta posizione ci permette di ottenere un ottimo rendimento biomeccanico e di conseguenza “scaricare” tutta la potenza nel colpo di pedale.

Perché fare una visita biomeccanica nel ciclismo?

Impostare le misure e la posizione corretta sulla bicicletta significa sfruttare al meglio le proprie caratteristiche motorie. Chi pratica sport di endurance come il ciclismo, la corsa o il triathlon sa bene quanto sia importante ottimizzare al massimo la resa del proprio sforzo.

Il test di biomeccanica nel ciclismo deve essere considerato come un percorso di miglioramento e apprendimento. Che fornisce una nuova percezione del gesto atletico e gli strumenti per l’auto-valutazione del rapporto uomo/macchina.

La biomeccanica è fondamentale non solo per chi pratica sport da tempo ma sopratutto per chi inizia. Il test fornisce indicazioni precise sulla scelta della giusta misura del telaio della bicicletta (geometria del telaio).I motivi che spingono un ciclista a sottoporsi a tale visita possono essere:

  • Desiderio di benessere:

    primo e più popolare motivo è la ricerca del benessere, cioè poter pedalare per molte ore senza accusare fastidi fisici e dolori. In questo caso il biomeccanico e il fisioterapista dovranno adottare un approccio “neutrale” al bike fit. Volto a esaltare le caratteristiche fisiche del ciclista, regolando la bici al fine di trovare la posizione sostenibile, cioè quella che l’atleta più sopportare senza sovraccarichi. Per esperienza personale, tra i ciclisti che si sono rivolti a me per una visita biomeccanica, l’80% lo ha fatto con l’obiettivo di migliorare benessere ed endurance.

  • Risoluzione di problematiche fisiche:

    l’85% dei ciclisti nel mondo ha accusato un problema o un dolore costante durante l’uso della bici. La maggior parte di questi infortuni sono dovuti a sovraccarico muscolare o articolare, per via di posizioni scorrette e vengono definiti “overuse injuries”. I tecnici del posizionamento dovranno attuare un protocollo definito “conservativo”, per limitare al massimo i sovraccarichi sulle articolazioni e definire un piano di lavoro (con esercizi posturali o di stretching), volto a ripristinare la funzionalità dell’articolazione, da effettuare rigorosamente al di fuori dell’attività in bici.

  • Attività agonistica:

    il ciclismo è anche (ma non solo) competizione e agonismo e uno dei motivi che spinge un ciclista a sottoporsi a una visita biomeccanica è appunto la massimizzazione della spinta e della potenza espressa sui pedali (il cosiddetto “power output”). Per raggiungere questo scopo il biomeccanico dovrà effettuare delle regolazioni “aggressive”, cioè che permettano al ciclista di ottenere leve muscolari favorevoli alla trasmissione di potenza. Va ricordato che comunque il biomeccanico non deve mai imporre al ciclista una posizione che non può sostenere, altrimenti è facile cadere in una patologia da sovraccarico e annullare la bontà del posizionamento.

  • Efficienza biomotoria:

    il ciclismo, anche se non vi è questa presa di coscienza tra i praticanti, è uno sport che richiede un’elevata capacità di coordinazione biomotoria. Il gesto della pedalata è ritmico e ripetitivo, fatto di attivazioni muscolari specifiche e movimenti articolari che devono descrivere range e traiettorie definite. Il biomeccanico non può limitarsi alla regolazione, ma deve essere un tecnico preparato, in grado di consigliare al ciclista metodi di allenamento.

    Esercizi specifici e posizioni volte a migliorare il gesto della pedalata, in modo da mantenere alti ritmi con ridotto affaticamento. A questo si può affiancare un allenamento ideomotorio, per far sì che il gesto rotondo della pedalata diventi un vero e proprio schema motorio consolidato.Il bike fit o la visita biomeccanica non può quindi limitarsi a un “posizionamento standard”, realizzato con software di calcolo o simili. Bensì deve essere il risultato di un lavoro d’equipe tra tecnico e fisioterapista, al fine di comprendere il ciclista e conoscerne punti di forza e di debolezza.

Conclusioni

Bisogna sempre ricordare che il bike fit può limitare l’insorgenza di problemi e di infortuni muscolari, ma non è una pratica “curativa”. Se il problema è dovuto a un’attività svolta al di fuori della bici, allora si dovrà lavorare in parallelo con cure mediche adeguate, esercizi e recupero. E’ impensabile che il bike fit, da solo, possa avere effetti curativi su patologie esistenti e di lunga durata. Il corretto posizionamento in sella è il primo passo per limitare l’insorgenza di problemi e dolori, ma non è una pratica medica in grado di risolvere problemi patologici.

Un ciclista che vuole migliorare il proprio stile di pedalata, ottenere maggiore performance, esprimere più watt sui pedali o semplicemente stare bene in sella per molte ore troverà sicuramente nella visita biomeccanica, se effettuata da professionisti seri e qualificati, le risposte che cerca.


BIBLIOGRAFIA:

Knutten, Conconi, Kuipers, Rendstrom, Strauss: Handbook of Sport Medicine and Science – Road Cycling. 1996

Asplund: Knee Pain and Bicycling – The physician sport medicine. 2004

Stecchi: Biomeccanica degli esercizi fisici – Elika. 2004

Sovdal: Cycling Anatomy – Human Kinetics. 2010

Haff, Bompa: Theory and Methodology of training – Human Kinetics. 2007

Bini, Carbes: Biomechanics of Cycling – Splunger. 2012

Miglior-Libro-Ginnastica-in-Gravidanza-ATS
Scienza-in-Danza-Libro-Scienze-Motorie
Tennis-Libro-Scienze-Motorie
Giuseppe-Coratella-Libro
Nutrizione-Funzionale-Scienze-Motorie
Cadaver-Lab-Scienze-Motorie-2025
BFRT-Blood-Flow-restriction-Training-Italia

Articoli Correlati

L'immagine mostra una rappresentazione stilizzata della struttura molecolare del cortisolo, con delle sfere collegate tra loro, un formato comune per visualizzare strutture chimiche. In basso, c'è una barra rossa con il testo bianco "CORTISOLO: IL RE DEGLI ORMONI", indicando il focus sul ruolo fondamentale del cortisolo nel corpo umano. Sotto il testo, è visibile il logo di scienzemotorie.com

Cortisolo: il Re degli Ormoni e il Segreto della Salute Ottimale

Il cortisolo, spesso etichettato come “L’Ormone dello Stress“, è invece un elemento centrale nella nostra fisiologia, gestendo risposte che spaziano dall’ impostazione del ritmo circadiano, alla regolazione del metabolismo, all’adattamento allo stress. In questo articolo, esploriamo alcuni dei concetti sviluppati nel libro: CORTISOLO: Quello che devi finalmente sapere. La vera storia del “Re degli Ormoni” […]

Illustrazione anatomica del cervello umano all’interno del cranio con colori luminosi, con testo "Commozione Cerebrale" e riferimento al sito scienzemotorie.com.

Commozione Cerebrale: cos’è e come si recupera

Una commozione cerebrale è una lesione cerebrale in cui il cervello è “contuso” all’interno del cranio da un impatto diretto o da un movimento di tipo a colpo di frusta in cui il cervello viene colpito attraverso il movimento accelerato della testa quando la testa viene portata violentemente in avanti e/o indietro. Storicamente, le commozioni […]

Anziani che praticano esercizio fisico per prevenire le demenze e migliorare il benessere cognitivo

Demenze ed esercizio fisico

Le demenze rappresentano una delle sfide più rilevanti della salute pubblica mondiale, con oltre 55 milioni di persone affette a livello globale, cifra destinata a crescere fino a 132 milioni entro il 2050. La malattia di Alzheimer è la forma più comune, rappresentando circa il 54% di tutti i casi di demenza negli anziani. Le […]

Coppettazione su gambe di persona sdraiata, con coppette trasparenti applicate tramite aspirazione; in basso il logo di scienzemotorie.com ben visibile.

Coppettazione: trattamento per un recupero veloce

Il recupero É una parte essenziale del programma di allenamento per prestazioni di alto livello e miglioramento continuo (Dalleck, 2019). Mancanza di recupero, trauma, uso eccessivo o stress prolungato delle strutture dei tessuti, sono tutti esempi comuni delle cause del verificarsi di lesioni sportive (Bahr et al., 2015). Esistono diversi trattamenti che di solito vengono eseguiti dopo […]

L'immagine mostra due persone anziane che eseguono esercizi di stretching insieme, sorridendo e indossando abbigliamento sportivo. Entrambi sembrano godersi l'attività fisica, che è un esercizio delicato e salutare. Sullo sfondo, si intravede una finestra luminosa che suggerisce un ambiente sereno. In basso, c'è una scritta in italiano che recita: "DIABETE ED ESERCIZIO FISICO NELL’ANZIANO". A destra del testo, è visibile il logo di scienzemotorie.com.

Diabete ed esercizio fisico nell’anziano

L’invecchiamento della popolazione mondiale rappresenta una delle principali sfide sanitarie ed economiche del XXI secolo. Questo drastico cambiamento demografico pone l’accento sulla necessità di mantenere attivi gli anziani, sia dal punto di vista fisico che sociale. Il diabete mellito, una delle patologie croniche più diffuse in questa fascia di età, costituisce una sfida particolare, ma […]

Persona anziana con capelli grigi che si copre la bocca durante un colpo di tosse, sfondo neutro sfocato, con logo scienzemotorie.com in basso a destra.

Malattie respiratorie croniche ed esercizio fisico negli anziani

Le malattie respiratorie croniche sono una delle principali cause di morbidità e mortalità negli anziani. L’aumento dell’età media della popolazione richiede strategie di prevenzione e gestione più mirate riguardo a questa tipologia di disturbo. L’esercizio fisico ha un ruolo fondamentale, tra altri metodi di intervento non farmacologici, per migliorare la qualità della vita e ridurre […]

Live Chat
assistance banner image
Whatsapp
Messenger
800.19.35.40