Allenamento dei piedi: il curioso caso di Wembanyama

Il Giocatore di basket Victor Wembanyama seduto sul campo durante una partita, indossando una divisa bianca con dettagli blu e gialli. Testo 'Allenamento dei piedi: il curioso caso di Wemba' con il logo 'Scienze Motorie.com
05 luglio 2023

Victor Wembanyama è senza ombra di dubbio il personaggio sportivo del momento. Il cestista francese di soli 19 anni, scelta N. 1 al Draft NBA 2023 per i San Antonio Spurs, sta facendo parlare molto di sé stesso in tutto il mondo del basket e dello sport in genere. Alto 222 cm senza scarpe (dato finale rilevato definitivamente dai San Antonio Spurs che mette un punto ad una lunga questione), con un’apertura delle braccia di oltre 240 cm e con un numero di scarpe che si avvicina al 55, Victor Wembanyama possiede uno dei fisici più discussi della pallacanestro e non solo per le dimensioni antropometriche notevoli, ma soprattutto e principalmente per quello che ha mostrato di saper fare su un campo da basket proprio dovendosi muovere con queste dimensioni.

Per capire meglio che tipo di rapporto fisico ha con il campo da basket possiamo fare una semplicissima proporzione lineare prendendo in considerazione l’altezza del canestro. Nella pallacanestro il ferro del canestro è alto per tutti 305 cm, rispetto all’altezza di Wembanyama questo ha un rapporto di 1,37, vale a dire che è come se un giocatore alto solamente 170 cm giocasse con un canestro alto 234 cm ovvero poco più alto dello stipite di una comune porta da appartamento.

Questo incredibile rapporto fa subito pensare che inevitabilmente sia avvantaggiato nel gioco ma se ci si ferma a riflettere con attenzione e si pensa che la palla nelle sue mani risulta davvero piccola, così come gli spazi in campo risultano proporzionalmente più stretti e sapendo che il basket è un gioco nel quale l’agilità è uno dei principali fattori fisici richiesti, ecco che il vantaggio offerto dall’altezza potrebbe paradossalmente diventare uno svantaggio. Wembanyama non è l’unico giocatore di queste dimensioni, viene infatti spesso paragonato a Bol Bol un altro giocatore molto alto attualmente in attività (218 cm), e ancora la storia recente ci ricorda giocatori altissimi come Tako Fall (229 cm); la questione rilevante però è che questi giocatori non hanno di certo le movenze, la coordinazione e le capacità mostrate da Wembanyama sia vicino che soprattutto lontano dal canestro.

Quale è il segreto delle capacità di Victor Wembanyama?

Questa è la domanda del secolo e la risposta definitiva a questa domanda risulterebbe essere la soluzione di tanti e tanti anni di ricerca sul talento. Per cui sarebbe più corretto porsi un’altra domanda: cosa fa di particolare e di diverso Victor Wembanyama durante il suo allenamento? Rispondere a questa domanda è molto più facile e grazie a internet è possibile andare a cercare una serie di informazioni che difficilmente in anni passati sarebbero state reperibili. Analizzando infatti i video degli allenamenti fisici e individuali di Wembanyama è possibile scoprire che dedica un importante quantitativo di tempo all’allenamento dei piedi. Un particolare del genere non poteva passare inosservato ad un professionista che si occupa in maniera importante di arto inferiore come me.

Andiamo nel dettaglio, nei video degli allenamenti individuali in palestra di Victor Wembanyama si notano i seguenti particolari:

  1. Si allena a piedi nudi.
  2. Presta attenzione alla mobilità delle dita e al rinforzo della muscolatura intrinseca del piede.
Wembanyama allenamento piedi nudi

Instagram @wemby

Che tipo di effetti potrebbero avere queste scelte metodologiche sulla gestione del corpo dell’atleta?

In un precedente articolo sugli effetti dell’allenamento della muscolatura podalica negli sportivi, si era fatto notare come un rinforzo dei muscoli intrinseci del piede conducesse ad un aumento della forza esplosiva registrato nei salti verticali e nello sprint. Ovviamente queste riflessioni non hanno la pretesa di attribuire l’eccellenza tecnica dei movimenti cestistici di Victor Wembanyama agli esercizi svolti con focus podalico, al contrario ci offrono la possibilità di comprendere quanto questo allenamento sia importante e non vada sottovalutato neanche (e soprattutto) dagli atleti di alto livello.

Perché l’allenamento della muscolatura podalica potrebbe favorire un atleta?

Per un atleta, in particolare per un cestista come Wembanyama, il piede rappresenta la parte del corpo che genera contatto con il suolo e dal quale partono tutti i movimenti specifici. Allo stesso tempo, sebbene la superficie di gioco sia perfettamente liscia e stabile, i movimenti cestistici sport-specifici impongono alla scarpa delle deformazioni importanti che comportano un lavoro muscolare da parte del piede al suo interno.

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Inoltre, tali deformazioni unitamente alla struttura e alla forma delle scarpe da pallacanestro tendono a comprimere le dita del piede, che sono le terminazioni distali che consentono l’attivazione della muscolatura podalica intrinseca. Quando le dita vengono compresse tra loro la funzione e le linee di forza della muscolatura si alterano così da offrire meno stabilità e funzionamento del piede stesso.

Alla luce di questi ragionamenti è possibile allora contrastare questi adattamenti negativi esattamente con le stesse metodologie usate da Wembanyama, allenandosi a piedi nudi, recuperando la mobilità delle dita e la forza dei muscoli intrinseci del piede.

L’allenamento a piedi nudi, in forma controllata e sicura, consente di massimizzare la funzione recettoriale del piede che solitamente nelle scarpe viene ridotta, in particolar modo in quelle molto ammortizzanti e fascianti come quelle usate nella pallacanestro. Usare il piede nudo negli esercizi di spinta favorisce l’attivazione della muscolatura intrinseca per creare una base stabile sulla quale può avere azione la muscolatura potente della gamba come il gastrocnemio. Gli esercizi di instabilità discendente svolti a piedi nudi invece favoriscono una serie di contrazioni muscolari degli intrinseci del piede con effetti anticipatori utili per la gestione dell’equilibrio.

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Il recupero della mobilità delle dita offre la possibilità di massimizzare gli effetti degli esercizi precedentemente descritti e di quelli che verranno descritti successivamente. Per altro il lavoro sulla mobilità viene spesso inserito all’interno di posture di forza finalizzate all’attivazione del core, così da lavorare in catena.

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Infine gli esercizi di rinforzo della muscolatura intrinseca del piede e di gestione della forza delle dita servono a migliorare la gestione della forza delle dita per stabilizzare il piede durante i suoi movimenti multiplanari.

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Concludendo vanno segnalati alcuni aspetti importanti:

  • L’allenamento della muscolatura podalica necessita maggiore approfondimento da parte dei professionisti del movimento e della preparazione fisica.
  • Gli esercizi di stimolazione dovrebbero essere inseriti nelle routine di allenamento sia degli sportivi che anche dei non sportivi.
  • I benefici di questi esercizi sono ben dimostrati in letteratura per cui non sfruttarli è un errore metodologico.

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